I fatti accaduti di recente all’IRCCS CROB di Rionero sembrano riproporre un film già visto: da un lato, una moltiplicazione di incarichi profumatamente retribuiti e, dall’altro, il personale sanitario e una platea di ricercatori precari e non sufficientemente pagati.
Accade, infatti, che l’8 settembre il Direttore Generale dell’Istituto conferisce due incarichi, uno come Direttore del Dipartimento Amministrativo e l’altro come Direttore del Dipartimento della Direzione Sanitaria. Una nomina d’oro che comporterebbe all’Istituto una spesa annua di 120.000 euro.
Con i suoi 80 posti letto, l’IRCCS CROB di Rionero si permette il lusso di vantare nel suo organigramma un direttore amministrativo e un direttore del dipartimento amministrativo, come pure un direttore sanitario e un direttore del dipartimento sanitario.
Una moltiplicazione di incarichi che non solo non trova corrispondenza presso l’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo, che di posti letto ne ha più di 700, ma che rappresenta un’eccezione su quasi tutto il territorio italiano.
Il vero problema, tuttavia, non consiste solo nella duplicazione degli incarichi dirigenziali strapagati, ma nel rovescio della medaglia.
Se, da un lato, si premiano i Direttori, dall’altro, si penalizza il personale sanitario e il comparto di ricerca dell’Istituto.
Pare, infatti, che anche nella distribuzione del premio di produzione si sia verificata una sperequazione e che, ad esempio, i medici di oncologia avrebbero goduto del 60% dei fondi stanziati e che ai dipendenti dell’Ufficio affari generali e personale e dell’ufficio finanziario sia stato invece riconosciuto il 100% del suddetto premio.
E ancora, disturba dover constatare che un Istituto di Ricovero e Cura come il CROB conferisca nuovi incarichi apicali e trascuri di stabilizzare i suoi ricercatori, che costituiscono la linfa dell’Istituto, nonché la sua ragion d’essere. Ricordiamo che attualmente sono 24 le unità impiegate per la ricerca oncologica, una ricerca, giova ribadire, che salva le vite. Di questi 24, 6 ricercatori e 1 collaboratore di ricerca hanno contratti assimilabili a borse di studio.
Ritengo fuori da ogni logica, oltre che da qualsiasi senso etico, che un Istituto di cura e di ricerca strapaghi e moltiplichi i suoi dirigenti e paghi, poi, con borse di studio i suoi ricercatori!
Siamo alla totale subordinazione della sanità a logiche aziendali.
In piena pandemia abbiamo lodato e glorificato medici, infermieri e ricercatori, ma trascorsa l’emergenza li abbiamo già liquidati.
Non è questa la sanità difesa dal M5S.
Per fare chiarezza su queste nomine ho formalmente interrogato il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore competente.
Carmela Carlucci Consigliera regionale M5s Basilicata
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