È stato appena pubblicato il Report di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali): uno studio sullo stato dell’assistenza sociosanitaria domiciliare, residenziale e semiresidenziale ai soggetti deboli, con tutte le analisi comparative delle tariffe vigenti nelle varie regioni. Un lavoro per identificare, quindi, le tariffe regionali delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie erogate nell’ambito della rete dei servizi territoriali.
Quello che emerge è davvero paradossale: l’analisi comparativa dei sistemi di remunerazione attualmente regolamentati e in uso nelle diverse realtà regionali ha identificato per gli stessi servizi tariffedifferenti, importi che in alcuni casi si moltiplicano anche per tre. Solo per fare un esempio: il costo giornaliero della Rsa anziani varia da un minimo di 104,69 euro in Abruzzo e 139,42 in Puglia a un massimo di 220,30 e 225 rispettivamente nel Lazio e in Sardegna.
Il welfare italiano viaggia in maniera diversa da territorio a territorio. L’assistenza ai soggetti deboli presenta prezzi differenti da zona a zona del Paese, anche quando si tratta di servizi che rientrano nei livelli essenziali di assistenza (LEA), individuati dal Dpcm del 12 gennaio 2017.
Con l’autonomia differenziata questo problema si accentuerà sempre più. Si assisterà ad un aumento della spesa della governance pubblica e dei servizi, con tariffe a macchia di leopardo e livelli delle prestazioni sociali differenti. Ovviamente la differenza degli importi delle tariffe si accompagnerà ad una differenza della qualità dei servizi.
I Livelli Essenziali delle Prestazioni devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, evitando così squilibri e disparità inaccettabili, soprattutto in un momento storico delicato come questo in cui la Basilicata ed il nostro Sud vivono, come ad esempio, uno spopolamento preoccupante. Io farò la mia parte e darò, come sempre, il mio contributo avendo a cuore solo una cosa: la salute dei lucani.
Gianni Leggieri
Consigliere regionale della Basilicata
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